Anche se l’imminenza della guerra non pesa sui personaggi fino alla fine delle vicende narrate, quando l’autore si ritroverà con loro nel seminterrato dell’edificio mentre la città viene bombardata, un che di inevitabile, come il caldo torrido di quell’estate, incombe su tutte le loro storie.
Dall’anziana casalinga maltrattata dai familiari, alla nonna adorata dalla nipote che ascolta i Sigur Rós, dagli ex satanisti male in arnese che cercano l’aiuto di un vecchio amico, al duo di immigrati che complotta contro i politici locali, dall’improbabile coppia del piano terra, che tende agguati ai primi che capitano, allo spirito del prigioniero di guerra tedesco, che infesta le pareti degli appartamenti, non dimenticherete tanto facilmente i personaggi di Cupa.
Gli abitanti dell’edificio sono infatti del tutto reali e fantastici in modo verosimile, in parte fittizi e in parte precursori dell’incubo che sconvolgerà il Donbas.
Traduzione di Alessandro Achilli
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